REPORTAGE GARE PODISTICHE :

"45^Roma-Ostia"

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Partecipo a questa manifestazione, per la sesta consecutiva, la settima in assoluto; il mio obiettivo è fare meglio dell’ora 37 minuti e 46secondi, dello scorso anno.
Questa gara, è da svariati anni la mezza maratona più partecipata d’Italia, e anche per il 2019, si conferma l’unica gara sul suolo italiano, a fregiarsi del riconoscimento Gold Label della IAAF.
Dopo il raduno di squadra, e le foto di rito, a circa un’ora dalla partenza mi cambio e consegno la borsa del cambio, ai camion dell’organizzazione, che la porteranno ad Ostia.
Dopo una lunga fila, nonostante i numerosi bagni chimici, per espletare bisogni fisiologici, a venti minuti dallo start, mi infilo nella mia griglia azzurra, terza della prima onda.
Con un cielo parecchio nuvoloso, alle 9e15, avviene lo start della prima onda, di cui occupo l’ultima griglia disponibile.
Appena partiti, vi è una leggera pioggiarellina, che fortunatamente dura poco, ma fortunatamente la temperatura è abbastanza piacevole.
Il primo tratto è costituito dal ponte del laghetto in leggera discesa, per poi immetterci dopo circa 500 metri, su viale Europa, con una curva secca a sinistra; in questo primo frangente, si deve far attenzione a non sbattere contro qualche runner, eppoi fino ai 3,5km, percorriamo delle vie abbastanze larghe del quartiere EUR, in cui la mia attenzione si concentra a non beccare buche sull’asfalto.
Nonostante il ”traffico”, ben al di sotto del ritmo previsto; effettuo il primo km a 4e37, ed il secondo addirittura a 4e17; tutto questo nonostante per i primi due km avverto un dolore abbastanza forte sotto il tallone sinistro.
Cerco di rallentare per averne poi, dato che sò che mi devo gestire fino a metà gara, ed il mio ritmo per i successivi due km, è appena al di sotto dei 4e30.
Appena presa la Colombo in direzione mare: la strada sale leggermente, e qui già noto che parecchi arrancano.
Nonostante questo primo tratto di leggera salita, il passaggio ai 5km lo effettuo a 4e26 di media, e subito dopo vi è il ristoro, in cui rallento e bevo.
Ad ogni ristoro, cerco di rallentare in “sicurezza” rallentando e prendendo l’acqua in uno degli ultimi tavolini predisposti dall’organizzazione.
Dopo che è sparito il dolore sotto il tallone, avverto un fastidioso e persistente formicolio sotto entrambe le piante dei piedi, che a volte si intensifica di più, tentandomi di farmi fermare per un “controllo della situazione”.

Dal primo ristoro in poi, si alternano tratti di saliscendi, in cui il mio ritmo non può essere lineare e togliendo il 6°km, in cui perdo qualcosa al rallentamento del ristoro, gli altri sono più veloci del mio ritmo previsto.
A metà del 10°km, in cui la mia media è di 4e28, inizia la famigerata salita “del camping”, una salita al 2-3% ma lunga quasi un km e mezzo, che mi stronca, dato che dopo il tappetino rilevamento tempo, sono costretto a camminare per circa 20 secondi.
Ho pagato una partenza troppo allegra, e mi sono trovato in difficoltà, e difatti questo sarà il km più lento, ben al di sopra dei 5min/km.
Fortunatamente fino al 15°km, la strada mi agevola, dato che i tratti in discesa sono ben di più dei tratti in salita; e difatti la mia media al 15esimo anche se è leggermente aumentata, ben al di sotto di quella finale dello scorso anno, dato che è 4e31.
D’ora in aventi cerco di arrivare ancora con forze al biscotto finale, e cerco di non esagerare, ed accuso un pochino il tratto in leggera salita del 19esimo km, che mi fa alzare la media di qualche secondo, e sono tentato nel camminare, ma grazie al folto pubblico che incita, non mollo e mi riprendo nel biscotto finale, alla fine del quale, riesco a sprintare, superando 4-5 runners negli ultimi metri.
Concludo la mia gara nel real time di un’ora 35 minuti e 40 secondi, alla media di 4e32 min/km.
Con un percorso prestabilito, dopo l’arrivo, ci viene data la classica mantellina antipioggia, il sacco ristoro, un gelato, il the’ caldo e la bella medaglia, e poi mi dirigo verso il parcheggio camion, a cui avevo affidato la mia borsa.
Per la cronaca, i vincitori, sugli 8457 arrivati sono tra gli uomini, l’etiope, ADOLA Guye, già vincitore nel 2017, con il tempo di un’ora e diciassette secondi; tra le donne, vince la keniana naturalizzata israeliana SALPETER, già vincitrice, con record, dell’ultima maratona di Firenze, che classificandosi decima assoluta, frantuma il suo PB, con il tempo di un’ora sei minuti e 40 secondi, mancando per soli due secondi il record femminile della manifestazione.
I primi italiani sono: tra gli uomini, il carabiniere LA ROSA Stefano, 7°assoluto, con il tempo di 1 ora 2 minuti e 24 secondi; e tra le donne, 8^assoluta, l’atleta dell’Esercito, SOUFYANE Laila con il tempo di 1 ora 12 secondi e 30 secondi.
Le cose da migliorare sono il village molto scarno e poco variegato, e migliorare i ristori intermedi, dato che non sempre erano pronti.
Non si riesce a capire la differenza di quasi 2000 persone tra iscritti ed arrivati, ed una diminuzione di quest’ultimi che ammonta a circa 700 unità, rispetto allo scorso anno.
Apprezzata nel paccogara, la mantellina per coprirti, prima della partenza; molto contestabile l’insolita tshirt tecnica del nuovo sponsor tecnico.
Una gran bella manifestazione, con una grande organizzazione dietro, ma che ogni anno sta “perdendo” diverse centinaia di partecipanti, e si dovrebbe capire il perché, che magari è dovuto al prezzo alto, già nella prima scadenza delle iscrizioni.


D'ALESSIO ALEXIO