REPORTAGE GARE PODISTICHE :

"XXI APPIARUN"

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Ennesimo successo di questa manifestazione, con la novità con lo spostamento di due settimane, dalla data solita, per la concomitanza con la Formula E.
Come gli anni scorsi, il sabato pomeriggio è stata organizzata una manifestazione riservata ai bambini, la cosiddetta “fulmine dell’Appia”, giunta alla sua settima edizione, che ha visto impegnati diverse centinaia di bambini, divisi in batterie per fasce d’età, che si sono dilettati su distanze dai 30 agli 80 metri; per il secondo anno consecutivo ci ha preso parte il mio Leoncino.
Partecipo per il sesto anno consecutivo a questa manifestazione, che ritengo la gara più bella di Roma, per la varietà delle superfici da calpestare e per gli insoliti posti in cui ci fa passare, rispetto alle altre gare che si svolgono in zona centro.
Per la morfologia del percorso è una gara molto allenante, con la particolarità unica, di calpestare in 13km ben 5 superfici diverse (asfalto, sanpietrini, basolato lavico, sterrato e tartan)ed anche quest’anno molto partecipata.
Il mio obiettivo personale, dopo il ritiro al 15esimo km della maratona, ed il conseguente stop di 1° giorni, è di stare sotto l’ora.
Come lo scorso anno ci sarà una 4km non competitiva, che partirà alle ore 9, ed una 13 km sia competitiva che non competitiva, che partirà mezzora dopo in due onde.
Arrivo più di un’ora prima allo stadio al ritrovo della manifestazione e mi dirigo al punto di ritrovo coi miei compagni di squadra e dopo qualche foto e tante chiacchiere, mi dirigo verso i gazebi adibiti al deposito borse, e dopo essermi cambiato lascio lì la borsa.
Vado a fare un lento riscaldamento insieme a tre compagni di team, ed ad un quarto d’ora dallo start, m’ingriglio in attesa dello sparo.
Il largo stradone, di viale delle Terme di Caracalla, agevola il “traffico” della partenza, e decido di stare il “più a destra possibile” e nonostante qualche zigzag , dopo circa 500 metri di asfalto, la strada diventa di sanpietrini e si restringe parecchio.
Il primo km lo faccio appena sotto i 4 e30, e nonostante il “traffico” riesco a correre come voglio, facendo il 2° a 4e11 ed il terzo a 4e44, anche se non ricordavo che nei primi due-tre km vi erano parecchi saliscendi che non consentivano un ritmo uniforme.
Appena dopo il 4°km, inizia il tratto più tosto, la salita che costeggia il Mausoleo di Cecilla Metelal, completamente in sanpietrini, e lunga circa 400 metri; riesco a non andare fuori giri ed a salire col mio passo.
Alla fine di questa salita, la strada spiana ma si è quasi obbligati a passare sul lato sinistro della strada, tra sanpietrini ed erba, incolonnato a quello che mi precede, poichè per circa 200 metri il centro della strada, è costituito dal basolato lavico originale dell’Appia Antica.
A questo punto si gira a sinistra, e si percorre una strada in discesa di circa 500 metri, in cui non scendo a tutta, ed in cui è posizionato il 1°ristoro, in cui prelevo una bottiglietta e subito dopo è posizionato il cartello del 5°km, in cui la mia media è di 4e30.
Dopo la discesa si gira a sinistra per prendere l’Appia Pignatelli, di cui percorriamo circa 7-800 metri in falsopiano, fino ad entrare con una curva secca a destra, nel Parco della Caffarella di cui percorreremo più di 3km, costituiti da sterrato e soprattutto nella seconda parte, saliscendi e strettoie; nonostante ciò in questi 3 km riesco ad abbassare la mia media di svariati secondi.
All’uscita del parco, è posizionato il 2°ristoro, di cui approfitto, come al primo, e subito dopo vi è il cartello del 9°km.
Questo è un tratto di circa un km dell’Appia Antica, che abbiamo percorso in senso opposto nei primi km di gara, e facendolo in questo verso, e quasi completamente in leggera ascesa, fino a trovarsi di fronte Porta San Sebastiano, e si gira a sinistra, prendendo una strada asfaltata in salita, al cui apice è posizionato il 10°km, in cui soffro molto ( difatti sarà il km più lento in gara a 4e55) e la mia media si è rialzata com’era al 5°km. Da qui vi è un tratto in leggera discesa , che ci porta su viale Marco Polo, in cui con una curva a gomito, si gira verso Porta Ardeatina, ed a qualche centinaia di metri dalla stessa, è posizionato il 3°ristoro, di cui usufruisco, perché il caldo si inizia a far sentire.
Dopo aver attraversato Porta Ardeatina, facciamo la salita di via Giotto, seguiti da circa 400 metri di discesa abbastanza ripida, di viale Guido Baccelli, che faccio a sensazione, senza guardare più il gps,in cui riesco a superare 4-5 runner, eppoi con una curva secca a destra, si entra nello Stadio delle Terme, di cui si calpestano gli ultimi duecento metri di tartan.
Alla fine, concludo la mia fatica dei 13 km, scarsi, con il real time di 56minuti e 6secondi, peggiorando di oltre un minuto il PB del 2018, ma molto meglio del preventivato, ed arrivando al 377°assoluto sui quasi 3300 arrivati.
A tagliare per primo il traguardo è stato LAKTRI Aziz (INTERNATIONAL SECURITY SERVICE), con il tempo di 38 minuti e 22 secondi, che per soli 6 centesimi non batte il record della manifestazione, stabilito lo scorso anno dallo stesso; al secondo posto, come nel 2018, si classifica a 18 secondi di distanza il compagno di squadra BOUFARS Hicham; terzo posto per MARHNAOUI Tarik (ASD Enterprice Sport & Service) con 39 minuti e 10 secondi.
Tra le donne, a spuntarla è stata la giovanissima ugandese CHEKWEMOI Esther Yeko (A.S.D. ACSI ITALIA ATLETICA) che con il tempo di 45 minuti e 29 secondi si classifica anche 18esima assoluta; al secondo posto l’atleta dell'Esercito INGLESE Veronica, già vincitrice per ben tre volte di questa manifestazione, col tempo di 45 minuti e 49 secondi; terza l’atleta ucraina YAREMCHUK Sofia (A.S.D. ACSI ITALIA ATLETICA )con 46minuti e 44 secondi.
Una gran bella manifestazione, che con il suo percorso particolare, rappresenta una delle gare più belle di Roma e d’Italia, e che anche con la manifestazione denominata ”Fulmine dell’Appia”, che si svolge il pomeriggio del sabato sulla pista dello Stadio, per bambini dagli 0 ai 12 anni, rappresenta una gran bella festa di sport.
Appunti negativi sono stati, una non chiara gestione delle onde, dato che non si sa con quale criterio siano state fatte; la poca precisione del percorso, a cui mancano diverse centinaia di metri alla misura ufficiale; ed una medaglia diversa per “il fulmine dell’Appia” e non la stessa della domenica.

D'ALESSIO ALEXIO