REPORTAGE GARE PODISTICHE :
"Una camminata di 120km" |
A pensare di camminare per 120 Km. a piedi ci vuole coraggio, o incoscienza, tanto per darvi l’idea 120 km sono come partire da Guidonia ed arrivare a Sperlonga, oppure a l’Aquila. Sta di fatto che mi sono iscritto alla World Francigena Ultra Marathon il giorno stesso di apertura delle iscrizioni, mi hanno assegnato il pettorale 26. Il giorno dopo avevo già iniziato a pentirmi, ma nello stesso tempo iniziavo il mio lungo lavoro, fisico e mentale, chilometri e determinazione, chilometri e studio delle attrezzature e dell’equipaggiamento. Cos’è la World Francigena Ultra Marathon? E’ una camminata Ludico-Motoria che parte il sabato mattina alle ore 10 da Siena e passa per Buonconvento, San Quirico D’Orcia, Radicofani ed arriva ad Acquapendete riservata a chi cammina, a chi fa trekking, a chi fa nordic walking. Non è una gara, non c’è un primo arrivato, non ci sono premi, è principalmente una sfida contro se stessi. Ho 59 anni, o iniziato a camminare da meno di 4 anni, inizialmente perché volevo togliere qualche chilo di troppo facendo attività sportiva, i chili sono andati via, è rimasta la voglia e la necessità di camminare per stare bene. Dapprima ho iniziato camminando liberamente, poi ho imparato la tecnica della camminata nordica (il nordic walking, la camminata con i bastoncini), successivamente ho frequentato un corso per istruttori di Fiitwalking (la camminata veloce). Affascinato da alcuni video su Youtube (cercate Dario Nicolai ed iscrivetevi ai suoi canali) si è introdotto in me il tarlo di poter fare delle camminate lunghe. Alterno l’attività competitiva, partecipando come camminatore alle gare di corsa, ho partecipato alla maratona di Roma e alle molte camminate ludico-motorie “lunghe”, arrivando a percorrere 65 km lo scorso anno. Ho anche creato un sito, (http://www.quillicoifrigni.it) dove alimento un calendario degli eventi idonei ai camminatori, quando li vengo a conoscere, insieme a una serie di tracce di percorsi che ho testato. E così che venerdì 11 ottobre sono partito per Siena, dove il sabato dopo sarebbe iniziata questa avventura. La partenza era alle 10, ma alle 9 la piazza antistante il Duomo di Siena era già colma di camminatori, 212 partiranno per i 120 km, 310 partiranno per concludere a Buonconvento dopo 35 km, altri 500 partiranno dalle tappe imtermedie. Ore 10, Via! Accompagnati dal suono festoso delle campane il fiume di maglie color viola dei camminatori si riversa per le strade di Siena, tra ali di turisti curiosi che applaudono e fotografano ogni cosa, per poi inoltrarsi nello stupendo paesaggio delle colline senesi. Dopo il primo chilometro il primo pensiero è che ne mancano solo 119. Avevo preparato una tabella di marcia, a Buonconvento (35 km) ero in linea con i tempi che mi ero prefissato, mangio un piatto di pasta calda e un dolce, si riparte. Arrivo a San Quirico d’Orcia pochi minuti prima della tabella di marcia, sono le 19:50, nel frattempo si è fatto buio, si mangia un pasto caldo e ci si cambia di abbigliamento, si va incontro alla notte. Si riparte. Se a San Quirico d’Orcia ero in anticipo sulla mia tabella, nel successivo tratto non avevo considerato alcune variabili importanti, camminare di notte su strada sterrata non è lo stesso che camminarci con la luce del sole, l’arrivo a Radicofani è a 810 metri di altezza e ci arrivi con ormai 90 km sulle gambe. Già da più di un’ora che cammino immerso nella nebbia, visibilità 10 metri, arrivo a Radicofani che sono le passate le 3 del mattino, e, come immaginavo sono arrivato con circa 1 ora e mezza di ritardo sulla mia tabella. Mangio un pasto caldo, tolgo le scarpe per vedere in che stato sono i piedi, ho due grandi vesciche al piede destro, le curo, le incerotto e riparto per la successiva tappa, gli ultimi 32 km. I primi 15 km li cammino completamente da solo, la strada è illuminata dalla lampada frontale, sempre immerso nella nebbia. Ogni tanto incrocio la macchina dell’organizzazione che passa in ricognizione. La media scende notevolmente, un po' influisce la stanchezza, un po' la difficoltà nel camminare sulla strada sterrata di notte. A Ponte a Rigo incontro di nuovo una ragazza che avevo incrociato un paio di volte nel tratto precedente, condividiamo chiacchierando una grande parte del tratto rimanente, intanto il cielo inizia a schiarirsi, il sole sta per uscire, c’è sempre la nebbia a farci compagnia, ma oramai sappiamo che non manca moltissimo. Si arriva finalmente a Proceno, conosco bene la zona, so che mancano circa 6 km. So che mi aspetta una bella discesa, due tratti di salita e poi l’ultima ripida salita verso la porta della Ripa, porta d’ingresso della Città di Acquapendente (La Gerusalemme d’Europa). Mi fermo e curo le vesciche dell’altro piede. Un pasto caldo, un thè, due castagne appena tolte dalla brace e si riparte. Intanto contatto mia figlia e mia moglie, che stanno arrivando ad Acquapendente per riportarmi a casa, gli dico che tra poco più di un’ora dovrei essere all’arrivo. Vedo la porta della Ripa, comunico alle mie donne che tra meno di 10 minuti sarei in Piazza del Comune. Finalmente entro in piazza, vedo mia moglie e mia figlia, vedo il palazzo del Comune, vedo l’arco gonfiabile dell’arrivo, vedo l’orologio, sono le 9:50, ci sono riuscito, ho terminato il percorso, sono arrivato in meno di 24 ore e poco importa se nella mia tabella avevo previsto di arrivare in 22 ore, il mio obiettivo è raggiunto. Per me la Francigena Ultra Marathon è stato un salto nel buio. Ho provato a convincermi di essere preparato, ma ho avuto la certezza di esserlo veramente solo quando sono passato sotto l’arco dell’arrivo, davanti al municipio di Acquapendente. Alla fine mi restano un po' di vesciche sparse, un forte dolore a una caviglia, ma soprattutto la soddisfazione grandissima ed il ricordo di una bellissima esperienza. Qualche ora dopo essere arrivato mi hanno chiesto:"La rifaresti?", la risposta è stata: "non so". Alla stessa domanda, il giorno dopo già rispondevo: "ci sto pensando" |
FORNARI FERNANDO
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